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Vino e gassosa tradizione autentica della tavola napoletana

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Vino e Gassosa Napoli

Introduzione

Tra i simboli più genuini della convivialità partenopea c’è il bicchiere di vino e gassosa. Una combinazione semplice che racconta storie di famiglia, pranzi domenicali e abitudini popolari. Non si tratta di un cocktail moderno, ma di un’usanza radicata nel costume napoletano e meridionale, capace di trasformare un vino robusto e spesso impegnativo in una bevanda più leggera, fresca e accessibile.

Vino e gassosa versata nel calice – © 2025 Partenope.Napoli.it, tutti i diritti riservati

Origini popolari

L’abitudine di allungare il vino con acqua frizzante nasce in un contesto popolare. In molte case napoletane, il vino era quello sfuso, corposo e a volte troppo alcolico o tannico per essere bevuto in grandi quantità. L’aggiunta di gassosa lo rendeva più gradevole, leggero e dissetante.

Era la bevanda dei pranzi familiari, quando in tavola comparivano ragù, pasta al forno o pizze rustiche, e il bicchiere di vino e gassosa accompagnava ogni portata. Era anche il simbolo dell’estate: fresco, spumeggiante e allegro.

La ritualità del gesto

Preparare un bicchiere di vino e gassosa era quasi un rito. Si versava prima il vino, poi la gassosa, ascoltando il caratteristico frizzio che segnava l’arrivo della freschezza. Il rapporto variava in base ai gusti: c’era chi preferiva più vino per mantenere il corpo e chi più gassosa per esaltare la leggerezza.

Non esisteva una regola precisa, ma un equilibrio che ogni famiglia tramandava e custodiva.

Un simbolo generazionale

Negli anni Sessanta e Settanta, il vino e gassosa divenne un simbolo generazionale. Nelle osterie e nelle trattorie popolari era la bevanda più richiesta: economica, fresca e adatta a tutti. Per molti giovani rappresentava il primo approccio al vino, meno impegnativo di un bicchiere “puro”.

Oggi, anche se le mode del bere sono cambiate, questo mix conserva un fascino nostalgico e viene ancora preparato in alcune famiglie e locali che vogliono mantenere viva la tradizione.

Vino e gassosa al tramonto sul mare di Napoli – © 2025 Partenope.Napoli.it, tutti i diritti riservati

Il vino giusto per la gassosa

Tradizionalmente, il vino usato era quello rosso sfuso proveniente dalle campagne intorno a Napoli e al Vesuvio. Un vino robusto, spesso con una gradazione importante.
La gassosa, invece, era quella delle bottiglie di vetro con tappo a macchinetta, servita fredda per creare il giusto contrasto.

Oggi si possono usare anche vini più leggeri, sia bianchi che rosati, ma lo spirito originario resta lo stesso: rendere il vino più fresco e conviviale.

Vino e gassosa oggi

Se un tempo era una bevanda quotidiana, oggi il vino e gassosa è diventato quasi un fenomeno di recupero culturale. Alcuni locali lo propongono come omaggio alle radici popolari, magari in chiave rivisitata. Ma soprattutto continua a vivere nelle case, nei pranzi domenicali e nei ricordi di chi associa quel bicchiere spumeggiante a momenti felici.

Livio Olino

Faq Partenope
Che cos’è vino e gassosa

È una bevanda popolare napoletana ottenuta mescolando vino, di solito rosso sfuso, con gassosa fredda.

Perché si beveva vino e gassosa a Napoli

Per alleggerire i vini troppo forti e renderli più freschi, dissetanti e adatti a tutta la famiglia.

Quale vino si usa per la gassosa

Tradizionalmente un vino rosso sfuso del Vesuvio o delle campagne napoletane. Oggi si usano anche vini bianchi o rosati.

È ancora diffuso oggi

Meno che in passato, ma resta un simbolo nostalgico riproposto in alcune osterie e tramandato nelle famiglie napoletane.

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